La Madonna dell’Odigitria

La Madonna dell’Odigitria, colei che indica la via, Patrona della Sicilia è venerata a Modica il martedì dopo il lunedì dell’Angelo. Una delle icone più antiche custodita all’interno della chiesetta rupestre di San Nicolò inferiore a Modica.

Afferma lo studioso Simone Floridia: “Le prime fonti, che testimoniano dell’importanza del culto della Madonna dell’ Odigitria in seno all’Impero Bizantino, risalgono alla fine dell’XI secolo e inizio del XII secolo – afferma Floridia – le fonti menzionano cerimonie e feste religiose di grande richiamo popolare, celebrate a Costantinopoli ogni martedì in onore dell’icona. Tali celebrazioni costituivano un evento sociale di forte richiamo. Il culto dell’Odigitria, cosi radicato in ambito costantinopolitano venne progressivamente a estendersi durante il XII e XIII secolo anche nelle aree lontane dalla capitale dell’impero.

Nel meridione d’Italia la Madonna venne chiamata col nome di Itria. In Sicilia l’usanza delle processioni dell’Odigitria fu ereditata dai greci presenti nel territorio. Anche Giuseppe Pitrè ricorda che nel XIX secolo a Palazzolo Acreide ancora si celebrava una cerimonia solenne il martedì dopo Pasqua, durante la quale due uomini abbigliati da monaci conducevano il simulacro della Madonna in giro per il paese”. Tutt’ora questa usanza è conservata a Modica. Il martedì dopo Pasqua, sulla collina dell’Itria nella Chiesa dedicata alla Madonna, la città si dà appuntamento per i festeggiamenti ra Maṭṛi i l’Iṭṛia per andare a mangiare i piretta.

Nella Chiesa è ancora oggi presente una statua ottocentesca, che raffigura la Vergine con il bambino, portata su un baule da due monaci, Santu Va e Santu Veni. Alcune raffigurazioni usano, infatti, rappresentare la Madonna dell’Itria seduta su una cassa portata da due anziani monaci che apparentemente scelgono strade diverse.

Tutt’oggi ci si rivolge ai due Santi quando si perde qualcosa e non. Li si invoca dicendo “Santi va e Santu veni, santu pòrtulu ccà, mmiènzu ê pieri”.

Marcella Burderi